venerdì 5 luglio 2013

I pregi di una corretta disinformazione

La politica italiana e i media procedono il loro cammino tenendosi per mano, nel tentativo di continuare l’oscuramento della verità sull’euro e sull’evidente situazione nel nostro paese e in quelli che come noi patiscono, principalmente a causa di una moneta troppo forte rispetto alle reali necessità economiche.

Lo schieramento che ogni giorno osserviamo (in TV) e leggiamo (sui quotidiani) risponde alle direttive di quello che viene finemente definito PUDE (Partito Unico Dell’Euro), acronimo coniato dal Prof. Alberto Bagnai che rappresenta benissimo la determinazione di coprire le magagne della moneta unica, oggi con il debito pubblico, domani con la Casta e dopodomani con il “più Europa”.

Nessuno si salva da questa nenia pro-euro, nemmeno il MS5 nel quale qualcuno aveva riposto speranze, non tanto nelle azioni quanto nel dibattito; invece nelle ultime settimane ci siamo dovuti affidare ad alcune dichiarazioni di Silvio Berlusconi, prontamente smentite da lui stesso come nella migliore tradizione (sondaggistica, si intende). Il Partito Democratico vede la sua rappresentanza più alta nel Presidente del Consiglio Enrico Letta, il quale non fa passar giorno senza qualche dichiarazione entusiastica che mal si sposa con la realtà di un paese in ginocchio.
Naturalmente molte sono le cause che hanno portato al PUDE, il difendere una colossale menzogna sull’euro, l’incapacità (atavica) di far valere i diritti dell’Italia, l’opportunità elettorale, la distanza delle istituzioni dal paese reale e molto altro.



Chi segue il dibattito (più che mai acceso) sul Web 2.0 si rende ben presto conto della situazione, capisce a quale gioco le super-potenze dell’euro (Germania) stanno giocando per tenerci inchiodati in questo miserabile limbo per poterne approfittare, s’interroga e fa domande, si confronta e si mobilita. Ma al di fuori di questo c’è davvero poco o nulla.
Voci e professionalità autorevoli, come il citato Bagnai ma anche Borghi o Rinaldi, vengono relegati in spazi conditi da folte rappresentanze del PUDE e cercano di non sovraesporsi (per scelta o per imposizione), alla ricerca di uno spazio serio dove dibattere di un tema cruciale come quello della sovranità monetaria.

Il dovere di chi partecipa alla discussione sui social network è quello di informare più persone possibili, di divulgare ove possibile la vera verità anche al di fuori della rete.

Poi, naturalmente, chi vorrà sapere saprà ma almeno potremo dire di averci provato.

Andrea Visconti

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